franchino's way

19 gennaio, 2014

A cosa stai pensando? (cose varie)

Filed under: deliri controproducenti — ilkonte @ 1:34 am

Maestria. E’ esempio di maestria un maestro di 50-60 anni che rigira, senza dargli attenzione, in un secondo, una crepe grande quanto uno sterzo di Punto. No, considera dimensioni, quantità di liquido spalmato. Lui prende il mestolo, quantità giusta, precisa, appena sotto l’orlo. Da tipo 20 anni un mestolo pieno appena sotto l’orlo, e girare, spargere, due colpi bastano e via. Da 20 anni. Non so se mi spiego, ‘na cazzo di macchina. Precisa. Serena. Pim, pum, slaaaaaarg e pa, pa, pa e via a condire. E’ maestria. No, vabbene, maestria nel senso di esperienza, non parlo di talento. Il talento magari poi, con l’esperienza e la routine, diventa maestria. Standing ovation quando ti chiude la crepe. 10 secondi so’ tanti. E lasciano pure un senso di boh, poetico dico. Ma è anche un po’ angosciante. Cioè lui fa crepe come tu respiri. Quante crepe avrà fatto? 10 milioni? Capisci che ormai non si parla più di talento. Si, si si. Hai ragione. 3 bottiglie di vino in 3, in 2 ore, so’ assai. A trent’anni non hai più un’idea eroica della sbronza. E’ pragmatica, sensibilità, capacità di gestione. Si vabbè sto sbronzo, ho capito. Ma non è la sbronza di 10 anni fa. Ecco. Mo’ hai capit’.

Strisce pedonali. Clima umido. Pioviggina.

Mo però comba’ fatti il flash. Metti che tipo in un futuro x fanno n’applicazione che ti permette di comunicare, senza digitare, quel cazzo che ti passa per la testa. ‘Na roba tipo telepatia con la macchina, o situazione decisamente cyberpunk. Si si. Non lo so. Non ti so dire ADESSO se hanno fatto un film con questa idea. No, non hai capito, non lo sapevo. E’ un flash che mi sto facendo io, diciamo per ignoranza, ti va bene? E fammi parla’ cazzo. E fatti ‘na risata.

Sempre strisce pedonali. Lieve barcollìo e inizio di chiamata al cesso. Ignorare entrambi.

Comunque, assodato che forse hanno fatto un film di Nonsisacchì Forsequello, e appreso che c’era pure una splendida colonna sonora, dicevo: metti che ci sta st’applicazione. Io tipo mo vedo: “strisce pedonali”. E taaac. Su una specie di Facebook ultaevoluto arrivano le mie strisce pedonali bagnate, con tutta ‘na specie di didascalia. Nel cervello. La comunicazione è bi-direzionale, s’intende; chi c’ha ‘sta cazzo di applicazione trasmette e riceve mentalmente. ‘Na rottura di coglioni, combà. Acchiappi autoscatti, bocche a culo di gallina, gatti, tramonti e roba da magna’ una continuazione. Senza sosta. Poi immagina il peggio. Il bacchettone che fa la sua campagna contro l’inciviltà di chi fa fare cacca ai cani in strada e non pulisce. Uagliò, converrai che so’ fastidiose. E che magari pigli e la pesti o ci vai proprio assai vicino. Non ti da fastidio? Immagina che un domani uno con st’applicazione s’incazza per una cacca di cane, sfiorata o pestata che sia e, invece di bestemmiare, posti. Immagina la merda e le rotture di cazzo che t’arrivano nel cervello.

Scusa, finisci pure di mangiare la crepe al cioccolato. Scusa davvero.

Tipo com’è adesso sul cellulare, ma con le persone vere; le persone, vere. Con meno filtri, o appena appena filtri diversi. Eh.. Mo mi stai seguendo.. Non è il film, capito. Qua stiamo sclerando, e, si, infatti. Giusto. No, no, non ti devi scusare, è il mio modo di parlare col vino. Comunque si hai ragione, mezzi diversi portano a utilizzi diversi, ci siamo.

No, non voglio bere, tranquillo.

Sboccano all’angolo. Il tipo era uscito distinto, testa alta. Girato l’angolo: misto tra sangue freddo e teatro puro. Dipende da chi era. Io, esperienza e stile, m’appoggio alla colonna e non mangio dolce. Dilettante il tipo, ma almeno non ha fatto scena. Il che francamente l’ho apprezzato. Distinto, appunto.

Tipo no, fatti il flash.

Linguaggio anni ’90. Non te lo puoi permettere. Fai quello che sei, evita lo slang  di 20 anni fa (renditi conto, fai la critica per “fatti il flash” e poi dici slang; vergognati). Cazzo.

Comunque metti una rissa. Io che stavo appoggiato al muro a guardà le strisce. Io che poi sono pure caduto per le scale, salendole, quando sono tornato a casa, dopo. No, t’ho detto il fatto delle scale perché stavo provando a inquadrarmi la cosa, a livello temporale. Comunque, dicevo, arriva questo che inizia a menare a uno. Dico perché, come cazzo? Lui: no, se l’è cercata, battute a cazzo, stava molesto. Il tempo di dire “aspè spiegati” e quello riparte a menare ceffoni. Comunque la morale è che lo danno, forte. Questo si alza, tu gli vai a dire che cazzo hai fatto, com’è che ti stanno a menà e il tipo, niente, ti fa che se t’acchiappa ti scugna di mazzate. Ma vafanculo, coglione. No, il tipo che mena dell’inizio e il tipo che è stato menato alla fine sono due persone diverse, bravo. Hai ragione, mi sono spiegato un po’ male.

Scale, luce laterale, dal cortile. Bagnato. Sopra è casa. La ringhiera pure è bagnata, scivola la mano. Porta, chiave, divano. Giusto metà scala e ci siamo.

Metti che comunque ci sta sta cazzo di applicazione che piglia e mette telepaticamente tutte le cose che ti passano per la testa, a cazzo.

Hai capito mo?

Lascia un commento »

Al momento, non c'è nessun commento.

RSS feed for comments on this post.

Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.