franchino's way

13 giugno, 2014

1000 lire

Filed under: deliri controproducenti — ilkonte @ 9:31 am
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Un mio post per Bolognina Basement

1000 lireHo sognato che pagavo il caffè 1000 lire, quelle col faccione di Marco Polo. Ed era normale. E le 1000 lire che lasciavo sul bancone del bar erano sporche, mezze strappate e con un sacco di scritte a penna sopra. Frasi a caso. Niente di così significativo. Ed era normale pure questo.

Quando c’erano le 1000 lire la gente scriveva sui soldi. Tipo come si scrive sui muri. Con la differenza che quella scritta aveva valore solo perché era stata fatta lì, sulla parte bianca da guardare in controluce.

Per un pubblico sempre intimo e diverso in una specie di catena, di passaparola. Tu scrivevi e lanciavi il tuo messaggio nella bottiglia. Qualcuno leggerà e farà girare. Qualcuno scriverà, aggiungerà altro ma non lo potrai mai sapere. Ormai quella 1000 lire è andata, scomparsa nel flusso. Apoteosi della comunicazione monodirezionale, senza nessun feedback.

Oppure la 1000 lire diventava il miglior supporto possibile per fare due conti, appuntarsi la lista della spesa o segnarsi al volo un numero di telefono. A quel punto era un utilizzo totalmente estemporaneo, senza finalità di comunicazione. Scrivevi sulle 1000 lire quello che ti serviva nell’immediato. Tanto poi chissenefotte, ne arriverà un’altra. Una moneta usa e getta, quasi. Gli altri avranno una banconota semplicemente di uguale valore economico ma con una funzionalità in meno, già consumata.

Favolosi anni ’80.

Io, ancora bambino, leggevo, qualche volta sorridevo e, lo confesso, qualcosina l’ho scritta pure io.

Ma devo anche ammettere che quando mi capitavano delle banconote nuove nuove, pulite e senza troppe pieghe la cosa mi dava quasi piacere. Le meno rovinate erano quelle che spendevo per ultime, quasi per una questione di rispetto.

1000 Lire Montessori retro

Mi ricordo che mio nonno si incazzava quando gli capitavano banconote “ridotte in questo stato”. Lo trovava offensivo, indegno, uno schiaffo alla miseria e al valore dei soldi, del guadagnare soldi, del portare il pane a casa.

“C’è chi muore per guadagnarsi la 1000 lire e questi ci scrivono sopra…”

Ma mio nonno aveva fatto la guerra.

Ora non lo fa più nessuno. Non ho mai visto una 5 euri sporca, mezza strappata o piena di scritte a caso.

Niente più “Ti amo”, o “Juve Merda”, o “Stronzo chi legge”.

Ma ci sono altri mezzi, evidentemente, per lasciare il proprio messaggio nella bottiglia.

O forse, molto semplicemente, è passata la moda e aveva sempre avuto ragione mio nonno e quelle scritte erano solo un incidente della storia, una fastidiosa anomalia temporanea.

O forse abbiamo fatto anche noi qualche guerra e non ce ne siamo nemmeno accorti.

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